Secondo l’indice idealista, nel corso del terzo trimestre i prezzi delle case di seconda mano in Italia sono calati del 2,5%, attestandosi a 1.996 euro/m². Per la realizzazione di questo indice l’ufficio studi idealista ha analizzato i dati di 300.785 annunci immobiliari pubblicati su idealista tra il 1° giugno e il 30 settembre del 2015.
Si tratta della peggiore performance trimestrale dell’anno in corso, mentre l’andamento tendenziale su base annua segna uno scarto negativo del 4,2% rispetto a settembre 2014.
È un dato peggiore delle attese che lascia prevedere un calo dei valori di vendita nell’ordine del 5% a livello nazionale nel 2015. Accantonate per il momento le prospettive di stabilizzazione, almeno a livello generale, sono pochi i mercati che hanno registrato una certa tenuta dei prezzi nel corso dell’anno.
Regioni
Svalutazioni per 9 mercati regionali, le maggiori in Lombardia (-4,7%), Veneto (-4,1%) e Piemonte (-3,6%). Rispetto al delineato trend ribassista nel trimestre appena conclusosi, le macro-aree stabili o in terreno positivo superano quelle in terreno negativo (11 contro 9): Valle d’Aosta (2,2%), Emilia Romagna (1%) e Umbria (0,7%) registrano le performance migliori, lievi recuperi per altre 6 regioni; prezzi invariati in Trentino Alto Adige e Marche.
La regione più cara d’Italia resta la Liguria (2.761 euro/m²), la Calabria è il fanalino di coda con 976 euro al metro quadro.
Province
Le sofferenze più evidenti dopo il periodo estivo si sono registrate in provincia, dove i prezzi hanno subito contrazioni in 60 delle 99 aree per le quali è stato possibile seguire l’andamento tendenziale (il mese scorso erano 38), segno che nei centri minori la fase recessiva si può dire tutt’altro che conclusa. La provincia di Milano (-5,5%) guida la serie di ribassi di questa rilevazione, seguita da Venezia e Isernia, dove i prezzi calano allo stesso ritmo del 4,9%. In controtendenza, Vicenza (3,6%), Cosenza (3,2%) e Treviso (3%) segnano le migliori performance del trimestre.
Nel ranking delle province più care, Savona (3.469 euro/m²) precede Bolzano (3.041 euro/m²) e Roma (2.897 euro/m²). In tutto sono 10 le aree provinciali dove i prezzi non superano i mille euro al metro quadro, tutte al sud, tranne Biella che si conferma la più economica d’Italia, con solo 771 euro al metro quadro.
Città
Dopo due trimestri all’insegna di variazioni contenute in una forbice compresa tra il -1% e l’1% è tornata la volatilità a livello dei mercati cittadini che vedono 57 capoluoghi chiudere in terreno negativo sugli 80 monitorati.
In un contesto di ampie fluttuazioni, Vercelli (-8,2%) guida la graduatoria dei centri in calo, davanti a Udine (-5,8%) e Monza (-5,7%). All’opposto, incrementi del 4,8% a Vicenza, del 4,1% a Barletta e del 3,6% ad Ascoli Piceno.
Tra i grandi mercati cittadini si segnalano ribassi sopra la media del periodo a Roma (-3,4%), Bari (-2,9%) e Genova (-2,6%). Contenuti tra il meno 2,2% di Napoli e il meno 0,4% di Milano tutti i principali capoluoghi di regione. Rivalutazioni a Cagliari (0,5%), Firenze (0,6%) e Venezia (1,3%).
Il capoluogo lagunare si conferma la città più cara d’Italia, con i suoi 4.487 euro/m², seguita da Firenze (3.456 euro/m²) e Roma (3.437 euro/m²). Dal lato opposto, Biella è la più economica con 813 euro al metro quadro.